Pagare meno tasse è una necessità per molti e farlo in modo legale è la sola strada possibile da seguire: quali sono le migliori strategie da seguire per raggiungere questo scopo?
L’Italia è il paese delle tasse, un triste primato che va a gravare in modo maggiore sulle imprese e sui liberi professionisti, quel folto esercito di titolari di partita iva che deve fare i conti con tutti i diversi oneri fiscali previsti.
Pagare meno tasse è l’obiettivo di tutti questi soggetti, che siano ditte individuali o società: per farlo ci sono diverse strade da seguire, parlando ovviamente di soluzioni legali e del tutto lecite che consentano di pagare meno tasse.
Dentro questa definizione di tasse vengono fatti confluire diversi concetti come Irpef ed Iva, pur se quest’ultima è tecnicamente un’imposta sui consumi. Agli occhi del contribuente si tratta pur sempre di tasse da versare, motivo per il quale diventa interessante ricercare soluzioni per pagare meno Iva e meno Irpef.
Pagare meno tasse: l’Irpef
Il primo consiglio riguarda entrambe le voci, quindi è utile per pagare meno Iva e meno Irpef:
scegliere la giusta forma societaria, quella più adatta alle proprie esigenze. Da questo punto di vista anche la scelta del commercialista fa la differenza.
Una volta appurato questo punto si procede con la differenziazione di base tra Irperf ed Iva: partendo dall’Irpef, è fondamentale per pagare meno tasse essere a conoscenza degli oneri deducibili e detraibili a seconda della propria posizione. Il Fisco consente di portare in detrazione o in deduzione determinate spese delle quali, spesso, il professionista o la società non sono a conoscenza.
Va ricordato che le detrazioni sono oneri che vengono sottratti direttamente alle imposte da pagare, quindi abbassano la percentuale di tasse; mentre le deduzioni sono oneri che abbattono il reddito sul quale si va a calcolare poi la quantità di tasse da pagare. Entrambe sono comunque soluzioni valide per pagare meno tasse.
Come pagare meno Iva
In termini di Iva, imposta sul valore aggiunto che quindi non è una tassa sui redditi ma un’imposta sui consumi, il modo migliore per pagare meno è quello di sostenere spese che prevedano emissione di fattura con Iva scorporata, che potrà quindi essere sottratta dall’Iva che invece si dovrà pagare.
Questo perché l’Iva in generale non è quasi un costo, ma rappresenta una cifra in più che viene messa in fattura e che poi va girata allo Stato. Ciò vale anche per le fattura passive, per le quali si va a pagare un costo con Iva aggiunta: ovviamente se si è in possesso di partita Iva il vantaggio è di poter richiedere fattura con Iva scorporata per ciascun acquisto ed andare così a recuperarla. Cosa che invece non è possibile per i soggetti non titolari di partita iva.
La riduzione del reddito imponibile
L’Irpef, così come l’Ires per le imprese, è la tassa più invisa ai contribuenti. Il consiglio per pagare meno Irpef è di abbassare il reddito imponibile partendo da quanto abbiamo detto sopra in riferimento alle deduzioni fiscali.
Si parla di agevolazioni che non vanno ad abbassare l’imposta da pagare ma abbattono il reddito sul quale si calcola la tassazione finale: in sostanza spese che consentono di avere un reddito imponibile inferiore in termini di Irpef o di abbassare l’utile se si parla di aziende e quindi di Ires da pagare.
Monitorare costantemente, nel corso dell’anno, l’andamento del proprio reddito e qualora ci si renda conto che è troppo alto provvedere, in modo del tutto legale, sostenendo spese che possano essere portate in deduzione, quindi possano abbassare a fine anno l’imponibile. Si parla ad esempio di contributi previdenziali, assegni corrisposti al coniuge, donazioni ad Ong, spese mediche, spese per la casa o per la famiglia.
Soluzioni che consentono di pagare meno tasse realizzando qualcosa di utile, andando ad abbassare la base imponibile ed evitando di ritrovarsi a dover versare cifre esorbitanti al Fisco.