Con questo termine, regimi agevolati, si fa riferimento a particolari tipologie di regimi fiscali che vanno ad introdurre facilitazioni rispetto a quelli ordinari. Nel corso degli anni si sono susseguiti diversi esempi di questo genere, ultimo in ordine di tempo quello fortemente voluto dal governo Lega / Movimento 5 Stelle (nella figura di Salvini in particolare) che è stato indicato come flat tax. Nello specifico i regimi fiscali agevolati esistono da molto e, con qualche modifica, hanno resistito al passaggio di tanti governi. Vediamo nel dettaglio quali sono stati i vari regimi fiscali agevolati presenti, anche anni addietro, nell’ordinamento italiano e, aspetto certamente più importante, quali sono ad oggi quelli esistenti ai quali gli utenti possono rivolgersi.
Il vecchio Regime dei Minimi
In passato fu il regime dei minimi, istituito per legge nel 2008 il cui obiettivo era quello di offrire una alternativa, più semplificata e vantaggiosa, a chi decideva di aprire una partita iva. Il tutto passava dall’abbattimento degli oneri burocratici oltre che dei principali costi amministrativi. Per poter usufruire di questi vantaggi erano stati indicati particolari requisiti da rispettare, su tutti un tetto annuo di guadagni; in sostanza l’essenza dei regimi fiscali semplificati è proprio quella di concedere una amministrazione semplificata dal punto di vista contabile a chi abbia da poco aperto una partita iva e, trovandosi all’inizio di un percorso imprenditoriale, non sia ancora in grado di produrre redditi oltre una certa soglia. Il regime dei minimi, così come quelli semplificati in generale, prevede ovviamente limitazioni per quanto riguarda possibilità di scaricare i costi e di avere collaboratori. Nel tempo quel regime dei minimi si è evoluto subendo diverse trasformazioni fino ad arrivare ai giorni nostri.
Il Regime Forfettario 2016
Il regime dei minimi di cui sopra è sopravvissuto per diversi anni, fino al 2016 quando in Italia è stato lanciato il nuovo regime forfettario. Le differenze sono state principalmente legate ad una soglia di tollerabilità maggiore: ovvero, la cifra massima che si poteva raggiungere oscillava a seconda della tipologia di attività, con una forbice che andava dai 25mila ai 50mila (il vecchio regime dei minimi non poteva superare i 30mila). Sono stati tolti poi anche i limiti temporali, non più legati al compimento del 35esimo anno di età. Ad aumentare è stata l’imposta sostitutiva, un tempo molto ridotta (5%) e poi portata al 15% con il nuovo regime forfettario.
Il Regime Forfettario attuale
Con l’arrivo del 2019 è stato lanciato il nuovo regime forfettario basato sulla cosiddetta flat tax, quindi una soglia di tassazione uguale per tutti, al 15%, senza i famigerati scaglioni. Il limite di fatturato per poter godere di questo regime agevolato è ora di 65mila euro l’anno e, se tutto dovesse essere confermato, a partire dal 2020 il discorso verrà ulteriormente ampliato estendendo a 100mila euro annui la soglia per la flat tax con imposta al 20% per tutta la cifra eccedente compresa tra i 65mila ed i 100mila. Con il nuovo regime forfettario lanciato nel 2019 è stato confermato il calcolo dei coefficienti di redditività per arrivare a stabilire l’imposta sostitutiva del 15%. In sostanza alle diverse categorie, divise per settori, è stato assegnato un numero in percentuale equivalente alla cifra da applicare ai ricavi per avere il reddito imponibile su cui calcolare le imposte.