Sono una marea, sparse su tutto il territorio italiano e notoriamente tengono in vita l’economia del nostro paese essendone un marchio di fabbrica. Secondo gli ultimi dati Istat, il 92% delle imprese attive rientra in questa definizione di piccole o medie e l’82% dei lavoratori in Italia è impiegato presso una PMI.
Un esercito sparso su tutto lo Stivale, da nord a sud, e che adesso rischia di pagare lo scotto più alto per la crisi dovuta alla diffusione del virus. Il Governo sta cercando di mettere una pezza prevedendo interventi finalizzati al sostegno di queste realtà imprenditoriali: dopo una prima bozza seguita da tante voci è arrivata finalmente la versione definitiva del decreto che dovrà garantire assistenza alle piccole e medie imprese italiane.
Un nome abbastanza esplicativo che racchiude in sé il concetto previsto dalla relativa norma: il decreto Liquidità nasce con l’obiettivo di sostenere le attività danneggiate dall’epidemia di Covid 19 riconoscendo sostegno finanziario a favore delle PMI che abbiano sede sul territorio italiano, come da definizione della Raccomandazione della Commissione UE n. 2003/361/CE
Il Decreto Liquidità
In base a quella definizione, quando si parla di piccole e medie imprese si fa riferimento sia ad imprese che a lavoratori autonomi. Per loro il decreto ha previsto che vi sia un sostegno alla liquidità tramite una garanzia concessa per il 90% dallo Stato; in alcuni casi si può arrivare anche al 100%. Si parla quindi di garanzie fornite al 90% dallo Stato per prestiti emessi da banche ad imprese senza limiti di fatturato: un pacchetto complessivo di 200 miliardi di prestiti e che, nelle previsione del Ministero delle Finanze, dovrebbe mobilitare risorse per oltre 750 miliardi di euro. In materia di copertura di questi finanziamenti, lo Stato garantirà al 90% nel caso di imprese con meno di 5000 dipendenti e fatturato fino a 1,5 miliardi di euro; all’80% nel caso di aziende con fatturato tra 1,5 miliardi e 5 miliardi; e fino al 70% per imprese con valore del fatturato oltre i 5 miliardi. Soglia che può arrivare in alcuni casi al 100%, ad esempio per imprese ed esercenti arti e professioni la cui attività risulti essere stata danneggiata a causa dell’emergenza Coronavirus con annessa dichiarazione autocertificata ed in presenza di determinati requisiti.
Il Decreto Cura Italia
Per le imprese di dimensioni più piccole, ovvero fino a 499 dipendenti, previsto un rafforzamento del Fondo di Garanzia che era stato già rimpolpato a seguito del precedente decreto Cura Italia: per questa tipologia di imprese previsti finanziamenti fino a 800 mila euro garantiti al 100%; e fino a 5 milioni di euro con garanzia al 90%. Per importi di dimensioni inferiori, ovvero fino a 25mila euro, il prestito sarà sempre garantito al 100% dallo Stato.
Sempre nel Cura Italia erano state previste altre agevolazioni, come blocco della revoca di importi accordati per aperture di credito a revoca e i prestiti accordati a fronte di anticipi su crediti al 29.2.2020, o se superiori, al 17.3.2020; proroga dei contratti fino al 30.9.2020 per i prestiti non rateali con scadenza contrattuale entro il 29.9.2020; sospensione delle rate / canoni di leasing di mutui ed altri finanziamenti in scadenza entro il 29.9.2020.
Per queste ultime agevolazioni che erano state previste dal Cura Italia, è necessario presentare una autocertificazione che vada ad indicare la temporanea carenza di liquidità a seguito delle misure di lock down dovute alla diffusione del virus.