Lo chiamano Smart Working o telelavoro andando in ogni caso ad indicare una modalità differente, alternativa di svolgere le proprie mansioni. Un qualcosa che esiste già da anni e che ha rivoluzionato il modo di lavorare: oggi se ne parla più per necessità con riferimento all’epidemia di Coronavirus che sta mettendo in ginocchio il nostro paese tanto dal punto di vista della salute quanto da quello economico. Ecco allora che concetti come Smart Working, telelavoro e finanche formazione online in questi giorni vanno per la maggiore. Se ne sarebbe fatto volentieri a meno di questa fama improvvisa, ma non potendo fare diversamente è bene comprendere a fondo di cosa si sta parlando, anche perchè i vari decreti delle ultime settimane ne stanno sdoganando il ricorso.
Smart Working cos’è
Lo Smart Working viene tradotto alla lettera in italiano con la locuzione ‘lavoro agile’ mettendone in risalto le semplificazioni. Nel nostro paese è stato definito dalla legge n.81 del 2017 “Misure per la tutela del lavoro autonomo non imprenditoriale e misure volte a favorire l’articolazione flessibile nei tempi e nei luoghi del lavoro subordinato”. Nel concreto si parla di una modalità alternativa di svolgere il proprio lavoro facendo ricorso alle tecnologie multimediali moderne; in questo modo un lavoratore può operare anche da casa, facilitazione che ovviamente non può riguardare tutte le figure professionali (si pensi ad un chirurgo ad esempio) ma solo alcune. Si parla quindi di possibile utilizzo di strumenti tecnologici per lo svolgimento dell’attività lavorativa con l’obiettivo di incrementare la competitività conciliando i tempi lavorativi con quelli della vita di tutti i giorni. Il lavoratore dipendente può portare a termine le proprie mansioni anche al di fuori del luogo solitamente preposto, quindi i locali aziendali, senza necessariamente doversi recare presso una postazione predefinita fissa.
Smart Working e Coronavirus
Un’impostazione che si sposa al meglio con lo stato di necessità che purtroppo sta attraversando l’Italia in questo momento. Con il Dpcm (decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri) del 1 marzo 2020 si è sancito che, con finalità di contenere e gestire l’emergenza epidemiologica da COVID-19, sull’intero territorio nazionale è possibile ricorrere al “lavoro agile” (lo Smart Working per l’appunto) per tutta la durata dell’emergenza stessa. Una decisione che amplia quanto già era stato previsto con riferimento alle sole aree considerate a rischio per l’emergenza Coronavirus, la cosiddetta zona rossa nel nord Italia dove si erano sviluppati i primi focolai. Ai lavoratori che svolgeranno le mansioni in modalità telelavoro viene garantita la parità di trattamento economico e normativo in rapporto ai colleghi che eseguono la prestazione con modalità ordinarie: il riferimento è quindi a tutela in caso di infortuni e malattie professionali oltre che allo stipendio. Per applicare il regime di Smart Working è previsto un accordo individuale tra l’azienda ed il lavoratore nel quale si va a specificare tempi e modi di utilizzo degli strumenti per lavorare da remoto, quindi anche da casa tramite pc, tablet e smartphone. Questo accordo deve poi essere registrato sul portale del ministero del Lavoro, anche qui con procedura telematica.