Fare parte di una società di capitali e decidere di volerne uscire vendendo le proprie quote: come fare ad uscire da una srl in modo semplice e senza rimetterci soldi?
Una srl (società a responsabilità limitata) è una società di capitali con autonomia patrimoniale, il che significa che è essa stessa a rispondere di eventuali obbligazioni sociali e non i singoli soci con il proprio capitale. Per queste ragioni quando si parla di impresa si tende a prediligere tale tipologia di società rispetto ad altre.
In una srl ciascun socio è possessore di una parte di quote del pacchetto complessivo della società: quote che possono essere anche vendute tramite relativo atto di cessione sottoscritto dalle due parti, come abbiamo già visto.
Ciascun socio può decidere in totale autonomia di uscire dalla società per svariate ragioni: in che modo avviene questo processo? E come si può uscire da una srl senza perdere soldi e senza eccessive perdite di tempo?
Partiamo da un assunto di base: uscire da una società di persone, quale ad esempio Sas, Snc, esercitando il diritto di recesso, è più semplice ed immediato rispetto ad una srl. Se si presenta una giusta causa o altra motivazione indicata espressamente nello statuto. ciascun socio può recedere liberamente.
Nelle società di capitali il discorso è un po’ più complesso e le cause di recesso sono indicate dal Codice di procedura Civile. Si pensi ad esempio al caso di una srl con durata a tempo indeterminato: dato che nessun socio può essere costretto a restare per tutta la vita dentro una società, è possibile recedere con preavviso di almeno 6 mesi.
Cause di recesso e quindi di uscita di un socio possono essere poi previste e inserite direttamente nell’atto costitutivo nel caso in cui non sia stata inserita la clausola, con consenso di tutti i soci, relativa a non trasferibilità delle quote. In tal caso l’alienazione risulterebbe essere più complessa.
Cosa succede se il socio non condivide le scelte dell’assemblea
Se l’assemblea di una società prende decisioni che non sono condivise, con riferimento al suo funzionamento essenziale e quindi a temi quali cambiamento dell’oggetto sociale o della tipologia di società, operazioni di fusione o scissione, spostamento della sede all’estero, inserimento nello statuto di una clausola per non trasferibilità delle quote ed altre decisioni così importanti, ci possono essere i presupposti per un’uscita dalla srl.
Ciò perché nessuno socio può essere costretto a rimanere in una società di cui non condivide le scelte fondamentali, quelle che vanno quindi a regolare il funzionamento stesso della srl e che ne caratterizzano la sua natura.
Si può uscire da una srl con debiti o in perdita?
Altra fattispecie, particolarmente delicata e dibattuta, è quella in cui il socio desideri uscire da una srl che sia in perdita o che abbia debiti. Analizzando la questione dall’altro lato, tale fattispecie non è di per sé sufficiente a giustificare richiesta di uscita da una srl.
Come da definizione di una società a responsabilità limitata, nel caso di debiti e di uscita di un socio dalla srl i creditori non potranno in alcun caso rivalersi sul patrimonio personale dell’individuo. A rispondere sarà sempre e comunque il patrimonio della società stessa.
Uscire da una srl con debiti o in perdita si può, ma sempre e soltanto nei casi sopra descritti: quando una srl dovesse anche dichiarare fallimento, il socio che ne fa ancora parte non dovrà comunque mai temere azioni da parte dei creditori nei suoi confronti.