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Bonus 110%: come funziona realmente


7 Luglio 2020 by Fiscaless

Un provvedimento che è stato ampiamente sponsorizzato e sbandierato per la ricostruzione post Covid; uno dei più importanti mai presi per il settore edilizio. E nel concreto potrebbe essere effettivamente così, dato che si sta parlando di un progetto rivoluzionario per rilanciare il comparto e per consentire a molti cittadini di ristrutturare la propria abitazione sostanzialmente a costo zero. Si è in attesa della versione definitiva, la bozza presentata alle Camere sta subendo diversi ritocchi con la speranza di riuscire a breve ad avere un quadro maggiormente chiaro; perché è proprio la chiarezza a mancare in questo momento, spesso vengono diffuse interpretazioni non del tutto corrispondenti alla realtà. Cerchiamo di fare un minimo di luce su questa misura per capire come funziona realmente il bonus del 110%.

Come funziona il bonus del 100%

Per la precisione, il bonus fiscale del 110% è già operativo a partire dal 1 luglio; tuttavia si è in attesa dei provvedimenti attuativi utili a poter usufruire dello sconto in fattura o della cessione del credito all’impresa che effettuerà i lavori. Perchè il vero punto che rende questo provvedimento unico è esattamente questo: la possibilità di scegliere tra queste due distinte strade per ottenere il massimo del vantaggio personale. Si può quindi usufruire in prima persona del bonus portandolo in detrazione o cederlo alla ditta di ristrutturazione, che avrà un rimborso del 110% della fattura (con un guadagno evidente, essendo la detrazione anche superiore alla spesa effettivamente sostenuta) direttamente dallo Stato. Ci sono come detto paletti ben precisi che riguardano le tipologie di intervento da effettuare: perché è bene ricordare che il provvedimento va a confermare agevolazioni già esistenti in materia di risparmio energetico. Ed è proprio di questo che si parla.

Quali lavori possono godere dell’agevolazione

La percentuale del 110% di detrazione spetta a chi effettua determinati interventi volti proprio a garantire un maggior efficientamento energetico dell’edificio; una riduzione del rischio sismico; l’installazione di impianti fotovoltaici e di colonnine per la ricarica di veicoli elettrici. Il contribuente che sostiene la spesa, quindi il proprietario dell’immobile oggetto dei lavori, può optare tra la cessione del credito al fornitore o per lo sconto diretto in fattura. Il tutto per interventi eseguiti tra il 1 luglio 2020 ed il 31 dicembre 2021 e, per chi sceglie lo sconto diretto. da ripartire in 5 anni in dichiarazione dei redditi. Il provvedimento ormai noto è, in massima sintesi, questo; indubbiamente positivo, ma presenta anche aspetti di rischio che non sono stati evidenziati nel giusto modo. Vediamo i principali.

Pericoli del bonus 110%

Tutto ruota attorno alla cessione del credito di imposta da parte del proprietario dell’immobile alla ditta che esegue i lavori; cessione che si concretizza in uno sconto sul prezzo della realizzazione degli stessi. Teoricamente, essendo lo sconto del 110%, la ditta dovrebbe corrispondere al proprio cliente il 10%; il che è complesso, oltre che assurdo da immaginare. Chi esegue il lavoro dovrebbe non solo anticipare i soldi dello stesso in attesa di riaverli indietro dallo Stato, ma anche corrispondere un 10% al proprio cliente. In sostanza dovrebbe anticipare molti soldi e quindi deve trattarsi di una realtà solida, che non abbia difficoltà a farlo. Altro errore, considerare che i lavori siano ‘gratis’: il contribuente va comunque a cedere il proprio credito di imposta, ovvero un benefit che dovrebbe essere suo, con il rischio di perdere quel 10% cui si faceva riferimento prima nel caso in cui la ditta si rifiuti di restituirlo. E qualora L’Agenzia delle Entrate dovesse eccepire qualcosa a livello di legittimità della detrazione Irpef, il recupero dell’imposta andrebbe a ricadere sul contribuente stesso, ritenuto responsabile. Sarebbe, quindi, onere suo versare la somma contestate con annessi interessi e sanzioni varie.

Filed Under: Fisco

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